Il Centro delle tradizioni popolari "Livio Dalla Ragione" è collocato nella casa colonica di pertinenza di villa Capelletti, nella frazione di Garavelle, ad 1 chilometro dal centro cittadino. Prende il nome dal suo ideatore e curatore, professor Livio Dalla Ragione (1922-2007).
[img_assist|nid=701|title=Centro delle tradizioni popolari "Livio Dalla Ragione" di Garavelle|desc=(Credit foto: Comune di Città di Castello)|link=none|align=center|width=450] Il primitivo nucleo di materiali da quest'ultimo raccolti è andato via via ampliandosi, al punto che oggi il Centro conserva oltre 3.500 oggetti ordinatamente disposti nella originaria collocazione che avevano all’interno di una tipica casa della campagna altotiberina.
Al piano terra, dove un tempo si trovavano le stalle sono raccolti gli strumenti e gli oggetti per l'uso e la cura degli animali (gioghi, finimenti), nonché quelli legati al lavoro dei campi, come ceste, falci e trinciaforaggi; nella cantina, oltre ai torchi, ci sono botti, fiaschi, imbuti e altri utensili per la vinificazione.
Al piano superiore la cucina, tipica della famiglia patriarcale, con il focolare in pietra annerito dal fumo, al cui fianco è posta la "coccia"; per il bucato. Alle pareti vi sono piccoli strumenti da lavoro di tutti i giorni (passini per pomodori, "battilarde" consunte, "grattacascie" di varie forme, setacci per la farina). Oltre al forno, c’è la madia per far lievitare il pane.
Nella camera, il letto è in ferro con gli immancabili comodini ai lati e con i santini devozionali attaccati alle pareti, il materasso riempito di foglie di granturco (Pullicche), le lenzuola e le coperte realizzate al telaio comele camicie e la biancheria posata sul letto.
Nella grande soffitta, a sinistra, sono stati raccolti tutti gli attrezzi necessari alla cernita e alla lavorazione dei cereali.
Centro delle tradizioni popolari "Livio Dalla Ragione" - Visualizzazione ingrandita della mappa
Oltre a ricostruire degli ambienti tipici della casa contadina, il museo ospita oggetti e strumenti della tradizione artigiana: al pianterreno, la bottega del fabbro, con un bellissimo mantice in cuoio, la fucina e gli arnesi d'uso comune (pinze, molle, martelli) e di fronte c'è il travaglio per ferrare buoi e cavalli. Al primo piano sono ricostruite la bottega del ciabattino con il deschetto, la "bicorgniola" e le forme per le scarpe e la bottega del falegname con tutti gli attrezzi da lavoro. Nella soffitta sono stati sistemati i telai, con tutti gli strumenti necessari alla filatura, dai filaretti alle navette, le rocche, gli aspi, i fusi e gli arcolai, indispensabili per le necessità di abbigliamento della famiglia.All’esterno della casa si trova infine un seccatoio per il tabacco, la cui coltivazione è stata fino al secolo scorso tra le principali fonti economiche dell’Alta Valle del Tevere.1
Il museo fà parte di un circuito di istituti documentari dell'umbria che hanno come tema la civiltà contadina. Ne fanno parte, oltre al Centro delle tradizioni popolari "Livio Dalla Ragione" di Garavelle, il Museo della civiltà contadina "La terra e lo strumento" di Alviano, il Museo della civiltà contadina di Bodoglie (Todi), il Museo della civiltà contadina di Castel dell'Aquila (Montecastrilli) e il Museo della civiltà contadina di Corciano.2
[img_assist|nid=701|title=Centro delle tradizioni popolari "Livio Dalla Ragione" di Garavelle|desc=(Credit foto: Comune di Città di Castello)|link=none|align=center|width=450] Il primitivo nucleo di materiali da quest'ultimo raccolti è andato via via ampliandosi, al punto che oggi il Centro conserva oltre 3.500 oggetti ordinatamente disposti nella originaria collocazione che avevano all’interno di una tipica casa della campagna altotiberina.
Al piano terra, dove un tempo si trovavano le stalle sono raccolti gli strumenti e gli oggetti per l'uso e la cura degli animali (gioghi, finimenti), nonché quelli legati al lavoro dei campi, come ceste, falci e trinciaforaggi; nella cantina, oltre ai torchi, ci sono botti, fiaschi, imbuti e altri utensili per la vinificazione.
Al piano superiore la cucina, tipica della famiglia patriarcale, con il focolare in pietra annerito dal fumo, al cui fianco è posta la "coccia"; per il bucato. Alle pareti vi sono piccoli strumenti da lavoro di tutti i giorni (passini per pomodori, "battilarde" consunte, "grattacascie" di varie forme, setacci per la farina). Oltre al forno, c’è la madia per far lievitare il pane.
Nella camera, il letto è in ferro con gli immancabili comodini ai lati e con i santini devozionali attaccati alle pareti, il materasso riempito di foglie di granturco (Pullicche), le lenzuola e le coperte realizzate al telaio comele camicie e la biancheria posata sul letto.
Nella grande soffitta, a sinistra, sono stati raccolti tutti gli attrezzi necessari alla cernita e alla lavorazione dei cereali.
Centro delle tradizioni popolari "Livio Dalla Ragione" - Visualizzazione ingrandita della mappa
Oltre a ricostruire degli ambienti tipici della casa contadina, il museo ospita oggetti e strumenti della tradizione artigiana: al pianterreno, la bottega del fabbro, con un bellissimo mantice in cuoio, la fucina e gli arnesi d'uso comune (pinze, molle, martelli) e di fronte c'è il travaglio per ferrare buoi e cavalli. Al primo piano sono ricostruite la bottega del ciabattino con il deschetto, la "bicorgniola" e le forme per le scarpe e la bottega del falegname con tutti gli attrezzi da lavoro. Nella soffitta sono stati sistemati i telai, con tutti gli strumenti necessari alla filatura, dai filaretti alle navette, le rocche, gli aspi, i fusi e gli arcolai, indispensabili per le necessità di abbigliamento della famiglia.All’esterno della casa si trova infine un seccatoio per il tabacco, la cui coltivazione è stata fino al secolo scorso tra le principali fonti economiche dell’Alta Valle del Tevere.1
Il museo fà parte di un circuito di istituti documentari dell'umbria che hanno come tema la civiltà contadina. Ne fanno parte, oltre al Centro delle tradizioni popolari "Livio Dalla Ragione" di Garavelle, il Museo della civiltà contadina "La terra e lo strumento" di Alviano, il Museo della civiltà contadina di Bodoglie (Todi), il Museo della civiltà contadina di Castel dell'Aquila (Montecastrilli) e il Museo della civiltà contadina di Corciano.2
- 1. Centro delle Tradizioni popolari. Sito web del Comune di Città di Castello http://www.cdcnet.net/museo_tradizioni/tradizioni_popolari.asp visitato nel mese di novembre 2012.
- 2. Betti, C. (2008). Musei in Umbria. Percorso dei musei della civiltà contadina. Pubblicazione della Regione Umbria - Assessorato Beni e attività culturali. Direzione Beni e attività Culturali. Assisi: Tipolito Properzio.