COMUNI dell'UMBRIA:
Edifici abitativi:
Villa Pozio è ubicata su di un colle a poco più di 520 m sul livello del mare, a circa 9 km da Città di Castello. Il corpo centrale dell'edifico, sul cui tetto si erge un campanile a vela, venne edificato fra il 1802 ed il 1812 da Giuseppe Raffaele Machi per caccia e riposo, come attesta una lapide posta all'ingresso nella quale si legge: "Aedes has ad aeris fruendam salubritatem ad animi tranquillitatem in solitudine quaerendam ad aucupii venationisq. comoditatem Joseph Raphael Machi sibi suisque e fundamentis extruxit. AB A.MDCCCII AD A.MDCCCXII".
Alla fine del 1800 vialla Pozio passò nelle proprietà delle suore Salesiane e fino al 1981 veniva utilizzata come come collegio. Oggi è impiegata, soprattutto l’estate, per attività parrocchiali. Introdotta da un viale di cipressi è circondata da un parco di conifere e latifoglie caratterizzato da gradoni, panchine ed edicole della via crucis.
Al corpo centrale sopra descritto, nei primi anni del 1900, vennero aggiunti due edifici necessari per dotare il collegio di refettorio e camerate, il tutto ha concorso a dare a villa Pozio una forma ad U con un braccio più corto.
Al luogo è legata una storia di ebrei fuggiaschi che, nel 1943, durante la persecuzione nazista, trovarono rifugio a Villa Pozio grazie all’aiuto di don Beniamino Schivo.[bib]478[/bib]
Alla fine del 1800 vialla Pozio passò nelle proprietà delle suore Salesiane e fino al 1981 veniva utilizzata come come collegio. Oggi è impiegata, soprattutto l’estate, per attività parrocchiali. Introdotta da un viale di cipressi è circondata da un parco di conifere e latifoglie caratterizzato da gradoni, panchine ed edicole della via crucis.
Al corpo centrale sopra descritto, nei primi anni del 1900, vennero aggiunti due edifici necessari per dotare il collegio di refettorio e camerate, il tutto ha concorso a dare a villa Pozio una forma ad U con un braccio più corto.
Al luogo è legata una storia di ebrei fuggiaschi che, nel 1943, durante la persecuzione nazista, trovarono rifugio a Villa Pozio grazie all’aiuto di don Beniamino Schivo.[bib]478[/bib]