COMUNI dell'UMBRIA:
Edifici fortificati:
Dal centro di Narni, attraverso la pittoresca Via del Monte, si sale al complesso fortificato della città: la monumentale Rocca, situata a 332 metri s.l.m., innalzata nella seconda metà del Trecento per volere del cardinale Albornoz. La Rocca Albornoz di Narni si inserisce nel progetto di pacificazione e riorganizzazione dello Stato della Chiesa in previsione del ritorno del Papa da Avignone.
La fortezza è un quadrilatero con quattro torri agli angoli: di San Bernardo (nord-est), San Filippo (sud-est), San Giacomo (sud-ovest), mentre a nord-ovest domina il Maschio, la più alta e possente, frutto dell’unione di due torri. Rivolto verso la città, è costituita da quattro piani. Alla sua sommità si può immaginare puntato un antico cannone (la colubrina), chiamato la Scarmigliata.
Anticamente la Rocca era circondata da un fossato e da una doppia cinta di mura. Le cortine e le torri della rocca sono coronate da beccatelli, elementi costituiti in genere da un archetto su mensole aggettanti, destinati a respingere dall’alto gli assalitori. All’interno i corpi di fabbrica, disposti solo su due lati, lasciano spazio alla scenografica corte quadrangolare, chiusa tra due eleganti portali goticheggianti. Questi elementi decorativi sono estranei allo stile funzionale voluto dall’Albornoz e devono riferirsi invece alle preferenze del Cardinale francese Filippo d’Alençon, che gli succedette nella carica di Vicario generale. Il cortile, animato da un gioco di scale esterne e, un tempo, da un ballatoio aggettante ormai distrutto, appare in contrasto con le essenziali cortine murarie.
Nel 1405 si trova la prima citazione del Bastione, fortificazione sporgente dal profilo delle mura, del quale oggi rimane la base della cisterna ad esso incorporata. Bastione e Rocca erano collegati attraverso una via sotterranea.
Pur essendo un castello militare e non adatto a essere utilizzato come residenza, la Rocca ebbe ospiti illustri come cardinali, papi, imperatori.Molti degli interventi successivi, che ne modificarono l’ originario aspetto austero, furono voluti da illustri mecenati nel Rinascimento: l’interessamento dei papi Niccolò V, Pio II, Leone X e Paolo III testimonia come la fortezza rimase sempre un punto di riferimento di notevole importanza. Negli spazi interni si sovrappongono soluzioni decorative realizzate a più riprese fino al XIX secolo.
Nella cappella detta del Cardinale ubicata nel poderoso Maschio, rimane una Madonna con Bambino e committenti attribuita a un anonimo artista chiamato “Maestro di Narni del 1409” e assegnata alla prima metà del XV secolo, anche per la presenza dello stemma di Eugenio IV, eletto papa nel 1431. Nel 1484 papa Sisto IV ordina un nuovo intervento di fortificazione ultimato da Innocenzo VIII. Il castello viene collegato con un avamposto costruito nel borgo delle Arvolte, situato presso l’ospedale, e costituito da cinque torrioni rotondi. Questo elemento era collegato direttamente per via sotterranea con la Rocca che, si dice, fosse unita, con lo stesso sistema, anche con la Piazza dei Priori. Poco sotto la rocca si trova la Fonte Feronia, già sede di un luogo di culto preromano: Feronia, dea o ninfa della fertilità e dell’eterna primavera, era venerata prima della egemonia romana, tra gli Umbri, i Sabini, i Volsci e gli Etruschi. Con questo nome, oltre alla fonte, si indica anche la sorgente sottostante. 1
La fortezza è un quadrilatero con quattro torri agli angoli: di San Bernardo (nord-est), San Filippo (sud-est), San Giacomo (sud-ovest), mentre a nord-ovest domina il Maschio, la più alta e possente, frutto dell’unione di due torri. Rivolto verso la città, è costituita da quattro piani. Alla sua sommità si può immaginare puntato un antico cannone (la colubrina), chiamato la Scarmigliata.
Anticamente la Rocca era circondata da un fossato e da una doppia cinta di mura. Le cortine e le torri della rocca sono coronate da beccatelli, elementi costituiti in genere da un archetto su mensole aggettanti, destinati a respingere dall’alto gli assalitori. All’interno i corpi di fabbrica, disposti solo su due lati, lasciano spazio alla scenografica corte quadrangolare, chiusa tra due eleganti portali goticheggianti. Questi elementi decorativi sono estranei allo stile funzionale voluto dall’Albornoz e devono riferirsi invece alle preferenze del Cardinale francese Filippo d’Alençon, che gli succedette nella carica di Vicario generale. Il cortile, animato da un gioco di scale esterne e, un tempo, da un ballatoio aggettante ormai distrutto, appare in contrasto con le essenziali cortine murarie.
Nel 1405 si trova la prima citazione del Bastione, fortificazione sporgente dal profilo delle mura, del quale oggi rimane la base della cisterna ad esso incorporata. Bastione e Rocca erano collegati attraverso una via sotterranea.
Pur essendo un castello militare e non adatto a essere utilizzato come residenza, la Rocca ebbe ospiti illustri come cardinali, papi, imperatori.Molti degli interventi successivi, che ne modificarono l’ originario aspetto austero, furono voluti da illustri mecenati nel Rinascimento: l’interessamento dei papi Niccolò V, Pio II, Leone X e Paolo III testimonia come la fortezza rimase sempre un punto di riferimento di notevole importanza. Negli spazi interni si sovrappongono soluzioni decorative realizzate a più riprese fino al XIX secolo.
Nella cappella detta del Cardinale ubicata nel poderoso Maschio, rimane una Madonna con Bambino e committenti attribuita a un anonimo artista chiamato “Maestro di Narni del 1409” e assegnata alla prima metà del XV secolo, anche per la presenza dello stemma di Eugenio IV, eletto papa nel 1431. Nel 1484 papa Sisto IV ordina un nuovo intervento di fortificazione ultimato da Innocenzo VIII. Il castello viene collegato con un avamposto costruito nel borgo delle Arvolte, situato presso l’ospedale, e costituito da cinque torrioni rotondi. Questo elemento era collegato direttamente per via sotterranea con la Rocca che, si dice, fosse unita, con lo stesso sistema, anche con la Piazza dei Priori. Poco sotto la rocca si trova la Fonte Feronia, già sede di un luogo di culto preromano: Feronia, dea o ninfa della fertilità e dell’eterna primavera, era venerata prima della egemonia romana, tra gli Umbri, i Sabini, i Volsci e gli Etruschi. Con questo nome, oltre alla fonte, si indica anche la sorgente sottostante. 1
- 1. ”Rocca Albornoz. Narni”, Le grandi Strade della Cultura. Viaggio tra i tesori d'Italia. GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO. 27-28 SETTEMBRE 2008. Scheda a cura della Direzione Culturale del FAI. 2008.