COMUNI dell'UMBRIA:
Altre emergenze architettoniche e culturali:
L'Arco Etrusco, chiamato anche d'Augusto costituisce la principale e più nota porta che si apre lungo le mura etrusche di Perugia. Alto 11 m e con una luce di più di 4, rappresentava l’ingresso monumentale della città, a nord, in piazza Braccio Fortebraccio, posto al termine settentrionale del cardine massimo (attuale corso Vannucci-via Rocchi).
Due possenti torrioni, rastremati verso l’alto, delimitano l’arco a tutto sesto, costituito da due serie di conci radiali, sormontati da una cornice. L’iscrizione "AUGUSTA PERUSIA" fu apposta, oltre due secoli dopo la sua edificazione, a ricordo delle ristrutturazioni volute da Augusto, a seguito del bellum perusinum.
Più in alto corre una seconda iscrizione, "COLONIA VIBIA", a ricordo dello ius coloniae concesso dall’imperatore romano di origine perugina C. Vibio Treboniano Gallo (251-253). Ai lati dell’arco sono inseriti i resti di due sculture, in pietra arenaria, assai logore.
Un fregio di scudi alternati a triglifi (decorazione a gruppi di tre scanalature verticali) separa la porta da un arco a tutto sesto, ora tamponato, inserito tra due pilastri ionici. Tale apertura, secondo una recente ipotesi, doveva servire per le armi da getto in caso d’assedio. Un’altra ipotesi vede nell’arco superiore il ricordo di una porta preesistente, di cui le sculture in arenaria sarebbero le divinità tutelari, trasferite nella nuova.
La parte superiore dell’arco è stata rimaneggiata in epoca rinascimentale, come attesta il loggiato a coronamento della torre orientale. Aggiunta settecentesca è anche ls fontana posta alla base.1
Due possenti torrioni, rastremati verso l’alto, delimitano l’arco a tutto sesto, costituito da due serie di conci radiali, sormontati da una cornice. L’iscrizione "AUGUSTA PERUSIA" fu apposta, oltre due secoli dopo la sua edificazione, a ricordo delle ristrutturazioni volute da Augusto, a seguito del bellum perusinum.
Più in alto corre una seconda iscrizione, "COLONIA VIBIA", a ricordo dello ius coloniae concesso dall’imperatore romano di origine perugina C. Vibio Treboniano Gallo (251-253). Ai lati dell’arco sono inseriti i resti di due sculture, in pietra arenaria, assai logore.
Un fregio di scudi alternati a triglifi (decorazione a gruppi di tre scanalature verticali) separa la porta da un arco a tutto sesto, ora tamponato, inserito tra due pilastri ionici. Tale apertura, secondo una recente ipotesi, doveva servire per le armi da getto in caso d’assedio. Un’altra ipotesi vede nell’arco superiore il ricordo di una porta preesistente, di cui le sculture in arenaria sarebbero le divinità tutelari, trasferite nella nuova.
La parte superiore dell’arco è stata rimaneggiata in epoca rinascimentale, come attesta il loggiato a coronamento della torre orientale. Aggiunta settecentesca è anche ls fontana posta alla base.1
- 1. Itinerari Archeologici. Guida ai siti, musei, collezioni nel comprensorio perugino. Sistema Turistico Locale del Perugino.