Basilica di San Salvatore

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Architettura secondo il periodo:

Edifici religiosi:

La Basilica di San Salvatore, iscritta dal 2011 nella World Heritage List dell’Unesco, fu costruita dai monaci Siri, profughi dall'oriente, sull'area dove sorgeva un'antica villa romana (sec. IV e.v.) e dove nel 175 e.v. era stato sepolto il corpo venerato di San Concordio, martire sotto Marco Aurelio.1 Inizialmente infatti questa basilica tardo-antica o paleocristiana era dedicata a San Concordio Martire e fu nel periodo longobardo, in seguito a rifacimenti, che se ne cambiò il titolo in quello di San Salvatore per l’immagine del Cristo, posta sopra l’altare maggiore.2 [img_assist|nid=770|title=Basilica di San Salvatore, facciata|desc=(Credit foto: http://www.fondazionecarispo.it )|link=none|align=left|width=300|height=400]
Sembra sia stato il primo tempio eretto in Italia per il culto Cristiano. In massima parte fu costruito con materiali di monumenti classici, ma le splendide decorazioni delle finestre e delle porte, le cornici e alcune colonne dell'interno sono di pura arte cristiana primitiva. Va detto che l'impianto originale venne modificato a più riprese. Venne ristrutturato una prima volta nel sec. VII, quando un incendio danneggiò seriamente l'edificio. I monaci benedettini lo restaurarono verso il sec. IX. Nel XII secolo vi fu un altro rifacimento per opera dei marmorari umbri.3 Subì poi altri rilevanti danni sia a causa dei terremoti che interessarono la zona sia a causa di altri incendi. Venne deturpata nel 1700, quindi di nuovo restaurata nei secoli XIX e XX.

La facciata, restaurata nel 1997, si presenta divisa in due ordini da una cornice orizzontale aggettante su cui si elevano 4 lesene scanalate con capitelli corinzi a sostegno di un fregio e del timpano. La parte inferiore è caratterizzata da tre portali con architravi scolpiti e intagliati a foglie d'acanto, volute, cornici a fusaruole, ovuli, dentelli classici. Al centro di ogni architrave a volute di ampie girali sporge la croce gigliata monogrammata (XP) che sboccia nel caulicolo centrale tra due palmette, stilizzate. Tutti gli architravi sono costruiti con il riuso di materiale di spoglio. In particolare, recenti lavori di restauro del bellissimo architrave medianoChiesa di San Pietro a Bovara. Cfr. Tarchi, U. op. cit. " href="#footnote4_xgn1cib">4 hanno consentito di accertare, attraverso l'esame della faccia posteriore, l’appartenenza del grande monolite ad un monumento funerario romano dei I secolo d. C.

 Wikimedia Commons Ldoc)Basilica di San Salvatore, decorazioni sull'architrave del portale mediano-
(Credit foto: Wikimedia Commons Ldoc)

Sempre nella facciata, due mensole spiraliformi, finemente scolpite, di gusto ellenistico provinciale, scandiscono appena le tre navate interne. Tre finestre, di cui quelle laterali a timpano e la mediana ad arco, ornano la parte superiore un tempo ripartita da lesène. Esse constano di due pilastrini scanalati posti su dadi scolpiti a motivi floreali, fortemente rastremati con capitelli corinzi. Come detto nelle laterali sostengono l'architrave e il timpano triangolare con al centro una croce monogrammata, nella centrale a sostegno di un arco centinato di perle e fusaruole, con al sommo la croce tra motivi radiali entro cornice orizzontale simile alle altre.

I lavori di restauro del 1997 hanno dimostrato come la mancanza di elementi architettonici nel piano superiore della facciata (lesene e capitelli) non è a causa di un evento distruttivo, come alcuni studiosi hanno suggerito, ma piuttosto per l'interruzione dei lavori di costruzione: le basi e cornici che sono ancora in situ, infatti, non recano tracce di manipolazione - lo stesso si può dire dei stipiti mancanti.
La facciata doveva infine prevedere nel disegno originario un portico di fronte ad essa come testimoniano delle mensole scolpite, destinate appunto al portico, ancora al loro posto.

L’interno, a pianta basilicale, è a tre navate che appartengono all'epoca della ricostruzione longobarda. Esse sono divise da 16 colonne doriche neniane dalle basi attiche, dai capitelli dorici che un tempo sostenevano un architrave con fregio dorico e cornice corinzia proveniente da edifici romani, che nel secolo VIII furono lasciate a sostegno di archi e finti matronei di riquadri su cui furono aperte 8 finestre a tutto sesto. La navata centrale a 7 campate eccelle per spiccato verticalismo dando questo indirizzo ascensionale a molte altre chiese romaniche spoletine.5, 6

[img_assist|nid=771|title=Basilica di San Salvatore, navata centrale|desc=(Credit foto: walks of Italy http://www.walksofitaly.com/ )|link=none|align=center|width=450|height=299]
Il presbiterio, risparmiato dai rifacimenti longobardi, quindi autentico del IV secolo, un tempo aveva l'iconostasi recintata all'orientale e ai lati il diakonikon (locale destinato al deposito di arredi sacri e alla vestizione del clero) e la prothesis (luogo del presbiterio in cui viene effettuata la preparazione della liturgia). Esso è a tre navate partite da tre colonne scanalate corinzie con capitelli compositi che, con aggiunta di due sostegni medievali, sorreggono la trabeazione dorica arricchita di fregio a metope triglifi cui sovrasta una cornice fortemente aggettante a dentelli e modiglioni.7

 Wikimedia Commons Geobia)Basilica di San Salvatore, presbiterio -
(Credit foto: Wikimedia Commons Geobia)

Il presbiterio si alza su solea di 2 gradini sotto l'arco trionfale. Ai quattro angoli s'innalzano 4 colonne gemellate più alte e scanalate di cui quelle presso l'arco ioniche, le altre 4 presso l'abside corinzie. I capitelli sottostanno a cubi rudentati a bellissime girali cui sovrasta ornatissima cornice aggettante su modiglioni, i dadi verso l'abside sono più alti e rigonfi sostenenti i pennacchi del tiburio cui sovrasta la cupola, che nel secolo VII fu innalzata esternamente a torre quadrata.

Resti del pavimento presbiteriale ricordano il litostraton ad « opus alexandrinum » per il mosaico policromo. L'altarolo doveva esser coperto nel secolo VIII di un tabernacolo a colonne. Ai lati sono altre due absidiole che però non sono scandite all'esterno essendo assorbite dal rettangolo del muro. Il tiburio è aperto per ogni lato da 2 finestre arcuate con ghiere. Il presbiterio che termina con piccola abside, reca entro nicchia la croce gemmata dipinta con appese le lettere "A" e omega.8

Nel mezzo dell'abside, in una nicchia, è affrescata una croce monogrammata che testimonia la più antica decorazione pittorica. In alto un frammento di affresco del XIII secolo raffigurante Madonna col Bambino e un santo, accanto ad esso una Crocifissione cinquecentesca di scuola dello Spagna. Alle pareti e nei due sacelli, affreschi dei secoli XIV e XV.

"La chiesa di San Salvatore - così come il Tempietto del Clitunno - erano molto popolari nei secoli successivi, nel Rinascimento furono oggetto di interesse e di studio per molti. La prima testimonianza conosciuta è un disegno di Francesco di Giorgio da Siena, risalente al 1470, seguito dai disegni del Tempietto e un disegno incompleto dello stipite, tra cui una parte dell'architrave della porta principale di San Salvatore, eseguito da Antonio di Sangallo il Giovane.

Il portale stesso è stato riprodotto da Andrea Palladio in un primo momento in un disegno scrupoloso oggi conservato al Royal Institute of British Architects di Londra, e in seguito nella costruzione delle cornici della porta antistante il refettorio e interno del refettorio di San Giorgio Maggiore a Venezia, e della porta lato nord del Duomo di Vicenza". 9
  • 1. Tarchi, U. (1937). L'arte nell'Umbria e nella Sabina. 2: L'arte cristiano-romanica nell'Umbria e nella Sabina. Milano: Treves.
  • 2. Salmi, M. (1951). La Basilica di S. Salvatore di Spoleto. Firenze: Olschki.
  • 3. Tarchi, U. op. cit.
  • 4. La splendida trabeazione marmorea della porta centrale col fregio recante simboli cristiani, finacheggiato dalle elegantissime mensole fornì ad Atto, architetto e lapicida, materiale sufficiente per improntare a questo stile la facciata della Chiesa di San Pietro a Bovara. Cfr. Tarchi, U. op. cit.
  • 5. Fabbi, A. (1971). Antichità umbre. Assisi: Pontificio Seminario Regionale. p.222
  • 6. "Il D'Ossat rivela la contemporaneità del S. Salvatore al tempietto del Clitunno, ambedue tardo-antiche, della classicità delle Province romane dell'Asia, di estrazione siriaca per questi motivi: a) le girali ornatissime dei portali; b) la lunetta della finestra centrale ad elementi radiali che ricorda il simbolo asiatico del « sol oriens »; c) l'altezza (verticalismo) della navata centrale il doppio della larghezza; d) le tre absidi concluse sul rettangolo da non apparire esternamente." Fabbi, A. op. cit. p.223
  • 7. Fabbi, A. op. cit.
  • 8. Fabbi, A. op. cit.
  • 9. Sito web http://www.italialangobardorum.it visitato nel mese di dicembre 2012
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