COMUNI dell'UMBRIA:
Architettura secondo il periodo:
Altre emergenze architettoniche e culturali:
La Fonte di Piazza, situata nella piazza del Mercato, si presenta come un "insieme" di diversi stili, elementi architettonici e materiali che denunciano una realizzazione dell'insieme in più riprese: il frontone non è ad esempio in rapporto alcuno con la fontana che venne realizzata successivamente.
Una fonte pubblica nella piazza esisteva già in età comunale e fu ricostruita nel 1433: essa occupava lo spazio davanti alla fontana attuale, ma venne demolita nel 1746. Il luogo in cui adesso sorge la fontana era un tempo occupato dalla chiesa romanica di San Donato, di cui si vedono ancora i resti nella via del Palazzo dei Duchi, che rovinò nella seconda metà del XVI secolo.
Inizialmente venne realizzato il muro prospiciente alla piazza per farne una "mostra delle hore", un orologio pubblico, quindi, nel 1626, su disegno di Carlo Maderno venne eretto il frontone quale monumento celebrativo della famiglia Barberini. Vengono apposti quattro stemmi barberianiani (del papa Urbano, del cardinale Francesco, del cardinale Antonio e della casa) con una targa recante una magniloquente esaltazione di papa Urbano VIII e della famiglia Barberini da parte del Comune.1 Nel 1743 il Comune delibera di fare "con altro disegno ... nuova Fonte", i lavori iniziano tre anni dopo e si concludono nel 1748. Questa volta il disegno del prospetto fu affidato all'architetto romano Costantino Fiaschetti, che secondo il gusto di Roma delle mostre d'acqua disegna una scenografica facciata quasi per intero in travertino.
Provenienti da Roma anche gli sbozzatori e scalpellini dei due mascheroni e della mensola al centro dell'arco; l'unico artista umbro, ma solo di elezione e noto per altre opere è Francesco Appiani, pittore che operò molto fra Perugia e Assisi qui in una veste insolita, come scultore. L'esito finale della Fonte di Piazza è un'accozzaglia pittoresca tra fontana, orologio e monumento barberiniano, accentuata dal contrato fra l'addobbo di festoni, fiaccole e mensoloni arricciati della parte superiore e la composta rigidezza sottostante delle rigide lesene trabeate a ordine unico.2
Una fonte pubblica nella piazza esisteva già in età comunale e fu ricostruita nel 1433: essa occupava lo spazio davanti alla fontana attuale, ma venne demolita nel 1746. Il luogo in cui adesso sorge la fontana era un tempo occupato dalla chiesa romanica di San Donato, di cui si vedono ancora i resti nella via del Palazzo dei Duchi, che rovinò nella seconda metà del XVI secolo.
Inizialmente venne realizzato il muro prospiciente alla piazza per farne una "mostra delle hore", un orologio pubblico, quindi, nel 1626, su disegno di Carlo Maderno venne eretto il frontone quale monumento celebrativo della famiglia Barberini. Vengono apposti quattro stemmi barberianiani (del papa Urbano, del cardinale Francesco, del cardinale Antonio e della casa) con una targa recante una magniloquente esaltazione di papa Urbano VIII e della famiglia Barberini da parte del Comune.1 Nel 1743 il Comune delibera di fare "con altro disegno ... nuova Fonte", i lavori iniziano tre anni dopo e si concludono nel 1748. Questa volta il disegno del prospetto fu affidato all'architetto romano Costantino Fiaschetti, che secondo il gusto di Roma delle mostre d'acqua disegna una scenografica facciata quasi per intero in travertino.
Provenienti da Roma anche gli sbozzatori e scalpellini dei due mascheroni e della mensola al centro dell'arco; l'unico artista umbro, ma solo di elezione e noto per altre opere è Francesco Appiani, pittore che operò molto fra Perugia e Assisi qui in una veste insolita, come scultore. L'esito finale della Fonte di Piazza è un'accozzaglia pittoresca tra fontana, orologio e monumento barberiniano, accentuata dal contrato fra l'addobbo di festoni, fiaccole e mensoloni arricciati della parte superiore e la composta rigidezza sottostante delle rigide lesene trabeate a ordine unico.2
- 1. URBANO OCTAVO. PONT. OPT. MAX / CVI ORB1S VOTA ET SVFFRAGIA VIRTVTIS / APOSTOLICVM PRINCIPATVM PETIERVNT / QVEM PRVDENTIA RERVM VSV ET LITTERARVM ARTIBVS / EXCVLTA AD IVSTITIAE TVTELAM ET RELIGIONIS GLORIAM / COELESTIBUS CONSILIS INSTRVIT / BARBERINAE FAMILIAE / QVAE GENTILES SVOS HETRVSCAE NOBILITATIS SPLENDORIBVS / EXORNANS / ET CHRISTIANARVM VIRTVTVM STVDIIS EX COLENS / TANTUM PONTIFICEM ORTHODOXAE / TRES CARDINALES APOSTOLICO SENATVI / TRES BELLICOS DVCES ROMANAE MILITIAE EDVCAVIT / S.P.Q.S. / TVM IN SACERDOTALI TVM IN CIVILI / VRBIS SVAE MAGISTRATV / BARBERINAM BENEFICENTIAM FOELICITER EXPERTUS / MONSVRUM HOC GRATI ANIMI MONVMENTVM POSVIT.
A Urbano VIII, pontefice ottimo massimo, per il quale i voti di tutti e i suffragi del suo valore reclamarono il principato apostolico; che la sapienza negli affari di governo e nelle arti letterarie a tutela della giustizia e a gloria della religione, nutrisce di ispirazioni celesti; alla famiglia Barberini che, illustrando i suoi membri con gli splendori della fierezza etrusca ed educandoli all'adempimento delle virtù cristiane, generò alla sacrosanta chiesa un sì grande pontefice, al collegio apostolico tre cardinali, all'esercito romano tre condottieri: il Senato e il popolo spoletino, che tanto nel governo civile quanto in quello ecclesiastico hanno felicemente sperimentato la liberalità della famiglia Barberini, posero con animo grato questo monumento destinato a durare. - 2. Pesola, A. (1996). Una mostra d'acqua rococò. Obiettivo Impresa, 107(3), 55-57