COMUNI dell'UMBRIA:
Archeologia:
Il Santuario di Ancarano è un luogo di culto precristiano segnato dai resti di un tempio sicuramente utilizzato a partire dal VI secolo a.e.v., posto in un punto di valico, tra le due vallate di Norcia e di Campi, sullo spartiacque tra i corsi del fiume Nera e Corno.
[img_assist|nid=563|title=Santuario di Ancarano: parete di fondo di una delle tombe|desc=(Credit foto: Manconi, Cardinali: Il santuario di Forca di Ancarano... op. cit.)|link=none|align=left|width=300]
La struttura templare, posta a ridosso di un recinto fortificato oltre il quale scorre un piccolo fosso, monumentalizza in un sacello1 solo in epoca repubblicana, cioè dalla fine del IV sec. a.e.v., esattamente come succede nel vicino territorio umbro per la maggior parte dei santuari precristiani che abbiano una loro continuità di vita. Dopo la conquista romana l’area sacra continua a esistere sino almeno al I sec. a.C., come segnalano la presenza sia di monete sia di votivi fittili anatomici.
Gli ultimi scavi, risalenti al 1994, hanno messo in luce, in un’area originariamente all’aperto e sotto un profondo interro, 12 piccole fosse circolari - dai 20 ai 40 cm di diametro - tra loro molto ravvicinate, scavate nel terreno argilloso, poco sopra la roccia di conglomerato locale, rivestite internamente con terra pressata, con il fondo costituito da un letto di breccia molto fine. Al loro interno era presente del materiale votivo, numerosi frammenti di ceramica, oltre che ossa di piccoli animali.
I reperti si collocano entro un orizzonte cronologico compreso tra la fine del IV e i primi decenni del III sec. a.e.v. Fra questi vi erano frammenti di bucchero grigio, esemplari di ceramica a vernice nera realizzati secondo il Gruppo dei Piccoli Stampigli (area etrusco-laziale IV-III sec. a C.), coppe in bucchero grigio, SkypHoS, bronzetti a figura umana. Questo materiale è visibile presso il Museo Archeologico Nazionale di Perugia. Nonostante i numerosi reperti non è stato possibile chiarire il tipo di culto praticato nel santuario, né intuire le divinità a cui il santuario era dedicato.2
Gli ultimi scavi, risalenti al 1994, hanno messo in luce, in un’area originariamente all’aperto e sotto un profondo interro, 12 piccole fosse circolari - dai 20 ai 40 cm di diametro - tra loro molto ravvicinate, scavate nel terreno argilloso, poco sopra la roccia di conglomerato locale, rivestite internamente con terra pressata, con il fondo costituito da un letto di breccia molto fine. Al loro interno era presente del materiale votivo, numerosi frammenti di ceramica, oltre che ossa di piccoli animali.
I reperti si collocano entro un orizzonte cronologico compreso tra la fine del IV e i primi decenni del III sec. a.e.v. Fra questi vi erano frammenti di bucchero grigio, esemplari di ceramica a vernice nera realizzati secondo il Gruppo dei Piccoli Stampigli (area etrusco-laziale IV-III sec. a C.), coppe in bucchero grigio, SkypHoS, bronzetti a figura umana. Questo materiale è visibile presso il Museo Archeologico Nazionale di Perugia. Nonostante i numerosi reperti non è stato possibile chiarire il tipo di culto praticato nel santuario, né intuire le divinità a cui il santuario era dedicato.2
- 1. sacèllo: Nell'antica Roma, piccolo recinto rotondo o quadrangolare a cielo aperto, con un altare sacro a una divinità. Treccani, l'enciclopedia italiana Leggi tutto
- 2. Manconi, D., Cardinali, C. (2011). Il santuario di Forca di Ancarano, Norcia (PG). Bollettino di Archeologia Online, 2-3, 150-170. Direzione Generale per le Antichità. http://151.12.58.75/archeologia/bao_document/2011_2_3/MANCONI_CARDINALI.pdf visitato nel mese di settembre 2012