COMUNI dell'UMBRIA:
Natura e paesaggio:
Il grande giardino, oggi di proprietà della Provincia di Perugia, ha dietro la sua realizzazione un nome di una donna inglese e una storia: Sarah Matilda Hobhouse e l’amore che portò suo marito, il conte eugubino Francesco Ranghiasci Brancaleoni, ad acquisire progressivamente e sapientemente i terreni e gli orti per realizzare il parco assecondando i suoi desideri.[bib]225[/bib] La prima di tali acquisizioni data 1831: il 7 dicembre di quell'anno Ranghiasci compra una piccola vigna con orto senza casa, posta nel quartiere di San Giuliano da Tomaso di Felice.1 I lavori di costruzione del parco prendono invece il via tra il settembre e l'ottobre del 1841 come testimoniano le memorie del fondo Armanni per quell'anno annotano "[...] è stata demolita la chiesa di S. Luca al pian terreno de la casa Rosetti che era l'antico monastero di S. Luca è stato demolito da cima a fondo meno la torre, che resta ancora in piedi quantunque isolata". I lavori per la sistemazione del parco continuano sicuramente fino al 1848.
Nel verde giardino vennero costruiti edifici neoclassici, come il tempietto che riporta lo stemma Ranghiasci con il motto “Virtus omnia vincit”, il grand villino in mattoni progettato sullo schema della facciata del Palazzo Ranghiasci edificato in città. Rovine antiche e medievali furono risistemate, andando a configurare una passeggiata che richiamava il giardino all'inglese alla maniera di Goëthe, con visuali e cannocchiali ottici.
Con la morte del marchese Ranghiasci nel 1877 inizia un lento ed inesorabile periodo di decadenza del Parco che termina con i lavori di recupero che negli anni '80 la Provincia di Perugia ed il Comune di Gubbio avviano dopo aver acquisito la proprietà del bene. Nel parco, lungo i viali ed all'interno delle aree verdi, trovano collocazione opere a testimonianza delle diverse edizioni della Biennale di Scultura che si susseguono ogni due anni a partire dal 1956.
Accedendo al parco dall'ingresso principale, che si affaccia sull'attuale via Gabrielli, sono visibili due colonne che avrebbero dovuto essere collocate in prossimità della statua di una divinità romana in terracotta oggi perduta.
Superato il ponte coperto gettato sul torrente Camignano e dalle cui strette finestre si coglie il panorama della città medioevale, il percorso dei viali si snoda attraverso una serie di tornanti segnati da colonne e sedili in pietra che caratterizzano con la loro rusticità i muri di contenimento, in un succedersi di specie arboree diverse che con il passare delle stagioni creano stupendi effetti nella vegetazione. Si percorrono così la rampa dei castagni, della quale è però rimasto un unico esemplare di Castanea sativa, specie rarissima nel territorio eugubino, e la rampa dei tigli, che forma la prima delle quinte scenografichevegetali del parco; a seguire si sale la rampa degli aceri, fino a giungere davanti alla scuderia dove il viale si allarga nel giardino del tempietto, di forma ellittica e delimitato da una siepe di bosso, con fontana centrale.
Il viale conduce poi, con la rampa dei lecci, fino al villino, oltre i quale, superata la radura dove è colocata una colonna romana di granito, inizia la rampa degli ippocastani che, in doppio filare, formano una galleria verde, con una scenografica veduta verso la torre medievale appartenente al complesso della chiesa di San Luca di cui parlavano le memorie del fondo Armanni. Il parco è poi tagliato poi trasversalmente da un altro viale alberato, successivamente denominato viale del bosco sacro, caratterizzato dalla presenza di un gruppo di splendidi lecci.2,[bib]250[/bib]
Con la morte del marchese Ranghiasci nel 1877 inizia un lento ed inesorabile periodo di decadenza del Parco che termina con i lavori di recupero che negli anni '80 la Provincia di Perugia ed il Comune di Gubbio avviano dopo aver acquisito la proprietà del bene. Nel parco, lungo i viali ed all'interno delle aree verdi, trovano collocazione opere a testimonianza delle diverse edizioni della Biennale di Scultura che si susseguono ogni due anni a partire dal 1956.
Accedendo al parco dall'ingresso principale, che si affaccia sull'attuale via Gabrielli, sono visibili due colonne che avrebbero dovuto essere collocate in prossimità della statua di una divinità romana in terracotta oggi perduta.
Superato il ponte coperto gettato sul torrente Camignano e dalle cui strette finestre si coglie il panorama della città medioevale, il percorso dei viali si snoda attraverso una serie di tornanti segnati da colonne e sedili in pietra che caratterizzano con la loro rusticità i muri di contenimento, in un succedersi di specie arboree diverse che con il passare delle stagioni creano stupendi effetti nella vegetazione. Si percorrono così la rampa dei castagni, della quale è però rimasto un unico esemplare di Castanea sativa, specie rarissima nel territorio eugubino, e la rampa dei tigli, che forma la prima delle quinte scenografichevegetali del parco; a seguire si sale la rampa degli aceri, fino a giungere davanti alla scuderia dove il viale si allarga nel giardino del tempietto, di forma ellittica e delimitato da una siepe di bosso, con fontana centrale.
Il viale conduce poi, con la rampa dei lecci, fino al villino, oltre i quale, superata la radura dove è colocata una colonna romana di granito, inizia la rampa degli ippocastani che, in doppio filare, formano una galleria verde, con una scenografica veduta verso la torre medievale appartenente al complesso della chiesa di San Luca di cui parlavano le memorie del fondo Armanni. Il parco è poi tagliato poi trasversalmente da un altro viale alberato, successivamente denominato viale del bosco sacro, caratterizzato dalla presenza di un gruppo di splendidi lecci.2,[bib]250[/bib]
- 1. Il Parco Ranghiasci, sito web del Comune di Gubbio http://www.comune.gubbio.pg.it/
- 2. "Parco Ranghiasci-Brancaleoni", scheda appartenente alla raccolta Storie di Ville e Giardini. Provincia di Perugia. Assessorato alla Cultura e al Turismo in collaborazione con ADSI Sezione Umbria.