COMUNI dell'UMBRIA:
Architettura secondo il periodo:
Edifici religiosi:
L’Abbazia dei Sette Frati è situata poco fuori il paese di Pietrafitta, sulla strada per Castiglion Fosco, diverse sono le ipotesi sull'origine del nome, secondo la più probabile è così chiamata in onore di sette fratelli, figli di S. Felicita, martirizzati a Roma il 10 luglio 164 d.C. Va detto tuttavia che nella maggior parte dei documenti viene indicata come Abbazia di S.Benedetto di Pietrafitta e, solo raramente Abbazia dei sette fratelli.
Il pregevole complesso architettonico è composto da una serie di edifici per un totale di oltre 1300 metri quadrati di superficie, fu eretto tra la fine dell' XI e gli inizi del XII secolo, probabilmente su strutture preesistenti, dai monaci benedettini.
Oltre al monastero benedettino - della cui costruzione originaria rimangono il portico, i loggiati, le celle, il refettorio e l’imponente ingresso - fa parte del complesso la chiesa romanica. 65
La prima notizia certa sull' Abbazia dei Sette Frati è del 1136 quando fu assoggettata alla Chiesa vescovile di Perugia, nei secoli successivi crebbe in potenza e ricchezza come testimoniano modifiche architettoniche quali l’innalzamento della torre, da sempre sinonimo di potenza, e la costruzione della merlatura. Nel XV secolo, tuttavia, Perugia ne ordinò un ridimensionamento dando il via al declino della stessa, che cadde in commenda nel 1475.
In un primo tempo l'abbazia fu affidata a Monsignor Baldeschi, poi passò a Fabrizio degli Oddi, quindi a Gentile Baglioni, finché nel 1560 il Papa la conferì al cardinale Fulvio della Corgna, che fece restaurare e rinnovare il complesso architettonico (si dice anche con l’intervento di Galeazzo Alessi) facendone una sorta di dimora di caccia. L'abbazia divenne quindi proprietà della famiglia Borghese fino al 1777 quando passò al perugino Traiano Vermiglioni. Dopo il 1860 divenuta demanio dello Stato, l'Abbazia del Sette Fratelli fu venduta all'imprenditore perugino Cesaroni e nel 1921 passò alla famiglia Sposini, che ancora oggi la possiede.126
La chiesa romanica che presenta una facciata abbellita da un rosone ed all'interno è costituita da un'unica navata, è disposta su tre livelli: quello della navata, quello del presbiterio e quello della cripta. Quest'ultimo è stato rialzato di circa due metri ma, se si eccettua questo intervento, la cripta, alla quale si accede dalla porta a destra dell'altare, sembra non aver subito altre modificazioni.
Dalla porta a sinistra dell'altare si accede invece al presbiterio, rialzato rispetto alla navata, ma attualmente non visibile, perché celato da una parete sulla quale è stato realizzato, nel XVI secolo, un affresco raffigurante la Madonna tra i Sette Fratelli del pittore perugino Girolamo Danti (Perugia, ca. 1547 - 1580). Qui è anche conservato l'antico altare in pietra, su cui sono scolpite le parole "Crux, Lux, Lex, Vita", che alludono ai principi benedettini, e che custodisce sette reliquie ossee, attribuite ai sette martiri romani. Sono infine ravvisabili, sempre nella zona presbiteriale, alcune pietre con incisioni e un'urna cineraria che attestano l'uso di materiale di recupero nell'edificazione del complesso.
Da segnalare che le logge, dove compare la data 1570, le scale e le stanze del piano nobile, sono decorate a grottesca con scene allegoriche e storie sacre (episodi del Vecchio Testamento), attribuite a Salvio Savini.85130131
Il pregevole complesso architettonico è composto da una serie di edifici per un totale di oltre 1300 metri quadrati di superficie, fu eretto tra la fine dell' XI e gli inizi del XII secolo, probabilmente su strutture preesistenti, dai monaci benedettini.
Oltre al monastero benedettino - della cui costruzione originaria rimangono il portico, i loggiati, le celle, il refettorio e l’imponente ingresso - fa parte del complesso la chiesa romanica. 65
La prima notizia certa sull' Abbazia dei Sette Frati è del 1136 quando fu assoggettata alla Chiesa vescovile di Perugia, nei secoli successivi crebbe in potenza e ricchezza come testimoniano modifiche architettoniche quali l’innalzamento della torre, da sempre sinonimo di potenza, e la costruzione della merlatura. Nel XV secolo, tuttavia, Perugia ne ordinò un ridimensionamento dando il via al declino della stessa, che cadde in commenda nel 1475.
In un primo tempo l'abbazia fu affidata a Monsignor Baldeschi, poi passò a Fabrizio degli Oddi, quindi a Gentile Baglioni, finché nel 1560 il Papa la conferì al cardinale Fulvio della Corgna, che fece restaurare e rinnovare il complesso architettonico (si dice anche con l’intervento di Galeazzo Alessi) facendone una sorta di dimora di caccia. L'abbazia divenne quindi proprietà della famiglia Borghese fino al 1777 quando passò al perugino Traiano Vermiglioni. Dopo il 1860 divenuta demanio dello Stato, l'Abbazia del Sette Fratelli fu venduta all'imprenditore perugino Cesaroni e nel 1921 passò alla famiglia Sposini, che ancora oggi la possiede.126
La chiesa romanica che presenta una facciata abbellita da un rosone ed all'interno è costituita da un'unica navata, è disposta su tre livelli: quello della navata, quello del presbiterio e quello della cripta. Quest'ultimo è stato rialzato di circa due metri ma, se si eccettua questo intervento, la cripta, alla quale si accede dalla porta a destra dell'altare, sembra non aver subito altre modificazioni.
Dalla porta a sinistra dell'altare si accede invece al presbiterio, rialzato rispetto alla navata, ma attualmente non visibile, perché celato da una parete sulla quale è stato realizzato, nel XVI secolo, un affresco raffigurante la Madonna tra i Sette Fratelli del pittore perugino Girolamo Danti (Perugia, ca. 1547 - 1580). Qui è anche conservato l'antico altare in pietra, su cui sono scolpite le parole "Crux, Lux, Lex, Vita", che alludono ai principi benedettini, e che custodisce sette reliquie ossee, attribuite ai sette martiri romani. Sono infine ravvisabili, sempre nella zona presbiteriale, alcune pietre con incisioni e un'urna cineraria che attestano l'uso di materiale di recupero nell'edificazione del complesso.
Da segnalare che le logge, dove compare la data 1570, le scale e le stanze del piano nobile, sono decorate a grottesca con scene allegoriche e storie sacre (episodi del Vecchio Testamento), attribuite a Salvio Savini.85130131