Teatro Sociale

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Architettura secondo il periodo:

Altre emergenze architettoniche e culturali:

Esemplare di teatro settecentesco realizzato interamente in legno, dalle strutture ai meccanismi scenici, il Teatro Sociale di Amelia deve la sua costruzione ad una decisione presa il 23 febbraio 1782 da un gruppo di Nobili Signori e Cittadini, riuniti in 'Congregazione'. L'idea era di dar vita con denaro privato ad un luogo dove popolo e aristocrazia - ceto civico e ceto nobile - potessero godere le "arie" del melodramma italiano, piuttosto che i minuetti e le danze che venivano dalla Francia.


Il progetto e la direzione dei lavori furono affidati al Conte Stefano Cansacchi, esponente dell'Accademia perugina del Disegno, che iniziò l'opera con una spesa di 4.000 scudi riuscendo un anno dopo, nel 1783, a portare a compimento la realizzazione della struttura essenziale dell'edifico, come attesta la data indicata sulla trabeazione dell'ingresso principale, che reca il moto dedicatorio "HONESTO CIVIUM OBLECTAMENTO".1

Numerosi sono stati gli interventi di ammodernamento e restauro, che si sono succeduti negli oltre due secoli di vita del Teatro. Nel 1823 fu aperta la fossa orchestrale o "golfo mistico", per rispondere alle esigenze imposte dal nuovo modello di opera lirica. Nel 1866, eliminate due grandi statue che erano state poste dal Cansacchi ad ornamento dei due lati del proscenio, furono realizzati gli attuali sei palchi di proscenio, che, in aggiunta ai 44 preesistenti, portarono il numero totale dei palchi ai 50 attuali, distribuiti sui tre ordini (17 per ciascun ordine, con lo spazio centrale del primo ordine occupato dalla porta d'ingresso) oltre all’ampio loggione.

[img_assist|nid=493|title=Ingresso del Teatro Sociale|desc=(Credit foto: Comune di Amelia)|link=none|align=left|width=250|height=331]Negli anni tra il 1880 e il 1886 tra l'altro, furono eseguite le decorazioni e gli affreschi, che tuttora mirabilmente ornano il Teatro, ad opera di Domenico Bruschi, artista assai celebrato per i suoi interventi in altri teatri, tra cui il Caio Melisso di Spoleto, e in edifici pubblici e privati. A lui si deve anche lo stupendo telone raffigurante il leggendario assedio di Amelia da parte del Barbarossa, che si affiancò all'altro preziosissimo, di squisita fattura settecentesca, ed il vivace affresco, che decora la volta della sala principale. Nel 1912-1913 il Teatro venne dotato di illuminazione elettrica. Altri lavori, necessari per ottenere l'agibilità dei locali ai sensi della rinnovata legislazione vennero eseguiti nel periodo 1982-1985. Un ultimo restauro, terminato nel 2006, ha consentito il recupero dello spazio esterno adattato a teatro all’aperto, comprendente il belvedere sottostante la splendida vallata nonché, nel sotterraneo, una nuova sala del ridotto. Il Teatro Sociale di Amelia è tutt’oggi di proprietà della stessa Società Teatrale sorta per la sua realizzazione; il Ministero dei Beni Culturali lo ha dichiarato monumento di particolare interesse storico ed artistico. Una curiosità: l’ampio palcoscenico, di notevole altezza utilizzato come scenografia per 42 film alcuni celeberrimi come il “Marchese del Grillo” con A. Sordi o il “Pinocchio” di Comencini con N. Manfredi.2
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