COMUNI dell'UMBRIA:
Archeologia:
Il santuario è ubicato sulla vetta meridionale del Monte di Arrone ed è facilmente identificabile da un grande taglio rettangolare nella roccia calcarea profondo circa tre metri, ancora parzialmente riempito di terreno e altri detriti.
All’area del monte sono genericamente attribuiti alcuni rinvenimenti sporadici di bronzetti votivi che attesterebbero un’area di culto sulla vetta. Non essendo mai state condotte indagini sistematiche all’interno della fossa e nell’area circostante, la fossa rimane l’unica evidenza sicura di una frequentazione antica della vetta che, sulla base del confronto con altri contesti meglio noti nella regione, è stato interpretata come una cisterna-silos appartenente ad un santuario d’altura, simile al vicino santuario di Monte Moro di Montefranco.
I santuari di vetta degli antichi Umbri e dei Sabini, il cui territorio è storicamente diviso dal percorso del Nera, si configurano come una costellazione di centri che prima dell’occupazione romana (inizio III secolo a.e.v.) costituivano i punti di aggregazione religiosa e politica delle popolazioni che vivevano nelle valli.
Si tratta spesso di semplici luoghi di culto, privi di evidenti strutture architettoniche, dove si celebravano sacrifici e venivano deposte le offerte votive. La posizione dei santuari rispetto agli assi viari antichi del territorio non è mai casuale, ma riflette la loro valenza di punti di controllo.
Dopo la conquista romana si assiste al perdurare del culto in alcuni santuari, dove spesso le divinità locali vengono assimilate a culti salutari latini, come testimoniano in alcuni casi gli ex-voto anatomici in terracotta che sostituiscono i tradizionali bronzetti di offerenti, animali e divinità guerriere.Ciò probabilmente accadde nello stesso Monte di Arrone, se si attribuisce al santuario la testa marmorea rinvenuta alla fine dell’Ottocento in località Valle Sacrata, ai piedi del Monte di Arrone. Il reperto è conservato presso la sede comunale mentre una sua copia è esposta al museo archeologico di Spoleto.1
All’area del monte sono genericamente attribuiti alcuni rinvenimenti sporadici di bronzetti votivi che attesterebbero un’area di culto sulla vetta. Non essendo mai state condotte indagini sistematiche all’interno della fossa e nell’area circostante, la fossa rimane l’unica evidenza sicura di una frequentazione antica della vetta che, sulla base del confronto con altri contesti meglio noti nella regione, è stato interpretata come una cisterna-silos appartenente ad un santuario d’altura, simile al vicino santuario di Monte Moro di Montefranco.
I santuari di vetta degli antichi Umbri e dei Sabini, il cui territorio è storicamente diviso dal percorso del Nera, si configurano come una costellazione di centri che prima dell’occupazione romana (inizio III secolo a.e.v.) costituivano i punti di aggregazione religiosa e politica delle popolazioni che vivevano nelle valli.
Si tratta spesso di semplici luoghi di culto, privi di evidenti strutture architettoniche, dove si celebravano sacrifici e venivano deposte le offerte votive. La posizione dei santuari rispetto agli assi viari antichi del territorio non è mai casuale, ma riflette la loro valenza di punti di controllo.
Dopo la conquista romana si assiste al perdurare del culto in alcuni santuari, dove spesso le divinità locali vengono assimilate a culti salutari latini, come testimoniano in alcuni casi gli ex-voto anatomici in terracotta che sostituiscono i tradizionali bronzetti di offerenti, animali e divinità guerriere.Ciò probabilmente accadde nello stesso Monte di Arrone, se si attribuisce al santuario la testa marmorea rinvenuta alla fine dell’Ottocento in località Valle Sacrata, ai piedi del Monte di Arrone. Il reperto è conservato presso la sede comunale mentre una sua copia è esposta al museo archeologico di Spoleto.1
- 1. Informazioni tratte da: Massimo Brizzi, M., Notari, S., e Virili, M. Dall’ età del ferro all’antica via del ferro. Opuscolo informativo sugli “Itinerari escursionistici a tema” del Parco Regionale Fluviale del Nera. Disponibile al sito del Parco Fluviale del Nera www.parcodelnera.it
