COMUNI dell'UMBRIA:
Edifici religiosi:
L'antico monastero di San Giovanni di Marzano (anticamente detto "Monasterium Sancti Ioannis de Marzano" o anche "Abbatia de Marzano") è ubicato a ridosso della cima del Monte
Pagliaiolo e si affaccia sulla valle percorsa dal torrente Aggia, lungo la strada che collegava Lippiano a Cortona, nei pressi di Marzana, non lontano dal confine con la Toscana.
Storicamente la più antica menzione del monastero è una bolla emessa nel 1126 da Onorio II, che conferma a Ranieri, vescovo di Città di Castello, tutte le chiese e i monasteri della diocesi tifernate, tra i quali figura appunto quello di San Giovanni di Marzano. Un analogo documento venne indirizzato nel 1207 da papa Innocenzo III al vescovo Giovanni.
Dalle Cronache dell' abbazia di San Pietro di Perugia e da altri documenti risalenti al 1425-1426, ora conservati all'Archivio Segreto Vaticano, si apprende che gli edifici monastici erano in stato di forte degrado, dopo essere stati quasi integralmente distrutti dal terremoto del 25 dicembre 1352. In effetti dopo tale evento sismico la chiesa venne ricostruita e modificata varie volte. La struttura architettonica originaria - probabilmente molto imponente e grande - doveva essere a pianta rettangolare, appoggiata ad un unico muro maestro sul quale insisteva anche la canonica.
Purtroppo ad oggi (2015) gli edifici che componevano il monastero di San Giovanni di Marzano versano in grave stato di abbandono: la chiesa è completamente invasa dalla vegetazione con conseguente irreparabile danneggiamento degli intonaci e dei loro eventuali e presumibili dipinti. Il tetto è anch'esso crollato, mentre i conci degli archi e le modanature architettoniche di pregio sono stati trafugati insieme ai capitelli e alle colonne di fattura paleocristiana.
Ancora visibili le murature perimetrali della chiesa mostrano ampi riutilizzi di conci di un edificio più antico tra i materiali di reimpiego figura una cornice con bassorilievo a treccia che costituisce una preziosa testimonianza del pregio della costruzione preesistente. La facciata, con tetto a due spioventi, presenta un campanile a vela, un portale molto semplice ed una finestra con una piccola lunetta. La cripta dell' antica costruzione, ad unica sala, è ancora presente, ma la copertura è crollata. Nella parte occidentale, le fabbriche monastiche comprendevano un edificio di servizio destinato ad abitazione colonica sino ad epoca recente.1
Storicamente la più antica menzione del monastero è una bolla emessa nel 1126 da Onorio II, che conferma a Ranieri, vescovo di Città di Castello, tutte le chiese e i monasteri della diocesi tifernate, tra i quali figura appunto quello di San Giovanni di Marzano. Un analogo documento venne indirizzato nel 1207 da papa Innocenzo III al vescovo Giovanni.
Dalle Cronache dell' abbazia di San Pietro di Perugia e da altri documenti risalenti al 1425-1426, ora conservati all'Archivio Segreto Vaticano, si apprende che gli edifici monastici erano in stato di forte degrado, dopo essere stati quasi integralmente distrutti dal terremoto del 25 dicembre 1352. In effetti dopo tale evento sismico la chiesa venne ricostruita e modificata varie volte. La struttura architettonica originaria - probabilmente molto imponente e grande - doveva essere a pianta rettangolare, appoggiata ad un unico muro maestro sul quale insisteva anche la canonica.
Purtroppo ad oggi (2015) gli edifici che componevano il monastero di San Giovanni di Marzano versano in grave stato di abbandono: la chiesa è completamente invasa dalla vegetazione con conseguente irreparabile danneggiamento degli intonaci e dei loro eventuali e presumibili dipinti. Il tetto è anch'esso crollato, mentre i conci degli archi e le modanature architettoniche di pregio sono stati trafugati insieme ai capitelli e alle colonne di fattura paleocristiana.
Ancora visibili le murature perimetrali della chiesa mostrano ampi riutilizzi di conci di un edificio più antico tra i materiali di reimpiego figura una cornice con bassorilievo a treccia che costituisce una preziosa testimonianza del pregio della costruzione preesistente. La facciata, con tetto a due spioventi, presenta un campanile a vela, un portale molto semplice ed una finestra con una piccola lunetta. La cripta dell' antica costruzione, ad unica sala, è ancora presente, ma la copertura è crollata. Nella parte occidentale, le fabbriche monastiche comprendevano un edificio di servizio destinato ad abitazione colonica sino ad epoca recente.1
- 1. Farnedi, G., Togni, N. (2014). Monasteri benedettini in Umbria: alle radici del paesaggio umbro. Regione Umbria: Cesena: Centro Storico Benedettino Italiano, 2014. pp. 155-158.