COMUNI dell'UMBRIA:
Architettura secondo il periodo:
Edifici religiosi:
L’Abbazia di San Felice di Narco, mirabile esempio di architettura romanica spoletina , e l’annesso piccolo monastero, ascrivibile ai secoli XV e XVI, si trovano nei pressi di Castel San Felice, piccolo borgo fortificato che sovrasta la valle del fiume Nera. L’attuale edificio fu costruito negli ultimi anni del XII secolo a rifacimento di uno preesistente realizzato dai benedettini sul sepolcro di un santo eremita proveniente dalla Siria dopo la bonifica delle paludi circostanti, come risulta da uno dei due Leggendari (o Leggendari del Duomo), grossi volumi manoscritti e miniati, provenienti da questa abbazia ed ora conservati nell’Archivio Diocesano di Spoleto unitamente ad un terzo leggendario proveniente dalla chiesa di San Brizio, presso Spoleto.
Nel sec. XVI la chiesa, il complesso monastico e le sue possidenze furono affidate in patronato alla nobile famiglia Lauri di Spoleto, che lo esercitò fino al sec. XVIII. Nel 1530, si eseguirono radicali interventi di restauro ad opera del nobile spoletino Giacomo Lauri. Durante il periodo barocco l’interno fu ricoperto da stucchi, che vennero rimossi nel 1922 ripristinando così l’originale stile romanico dell’ abbazia. L’ultimo restauro è stato effettuato inoccasione del Giubileo del 2000 ed ha interessato il convento annesso.
La splendida facciata di conci in pietra locale di calcare bianco è a doppio spiovente; la parte superiore risulta delimitata da due paraste con capitelli corinzi che sorreggono un timpano demarcato da una fascia di archetti pensili, con al centro l’Agnus Dei.
Nella parte mediana è presente un bel rosone a due ordini di colonne, iscritto in un quadrato con agli angoli i simboli apocalittici, il quadrato è delimitato da una fascia a mosaico a stelle. Sotto il rosone è una fascia di sculture riproducenti la leggenda dei Santi Felice e Mauro1. Due eleganti bifore con colonna tortile, sono disposte in maniera simmetrica ai lati del rosone. Nella parte inferiore si apre il portale con arco a tutto sesto lunettato, che tuttavia ha perso la sua decorazione originaria ed e’ stato alquanto reintegrato.[bib]309[/bib]
[img_assist|nid=94|title=|desc=Interno della chiesa2|link=none|align=left|width=450|height=299]L’interno e’ ad una sola navata, con pavimento in pietra, nel quale si aprono alcune tombe, il presbiterio è rialzato di 7 gradini e delimitato da paliotti in pietra a decorazione cosmatesca, abside circolare e coperture a capriate lignee che si interrompono all’altezza dell’abside.
Le pareti, come detto, un tempo ricoperte di stucchi e con altari barocchi dedicati alla Madonna del Rosario, a S. Francesco, ai SS. Mauro e Felice e alla Madonna del Carmine, conservano ancora oggi alcuni affreschi del sec. XV, tra cui un’Adorazione dei Magi, S. Michele Arcangelo, S. Felice e un Cristo benedicente con angeli, nella calotta absidale, opera del Maestro di Eggi.
Sempre all’interno della chiesa si conservano anche due epigrafi romane, una delle quali e’ inserita nel pavimento, subito dopo la porta di ingresso.
Di fianco alla chiesa si erge la massiccia torre campanaria ricavata dal torrione di difesa della primitiva abbazia medievale.
Sotto il presbiterio è la cripta, alla quale si accede scendendo due scalette laterali; questa è a due navate sorrette da un’unica centrale colonna di recupero romana e copertura con volte a crociera. Essa termina con due absidiole, ognuna contenente un altare, tra le quali vi e’ un sarcofago in pietra rossastra dove, secondo la tradizione, sono custodite le spoglie dei santi Mauro e Felice3. La festa liturgica di San Felice si celebra il 16 giugno nella ricorrenza del giorno della sua morte (16 giugno 535) e di quella del padre Mauro (16 giugno 555).4
Nel sec. XVI la chiesa, il complesso monastico e le sue possidenze furono affidate in patronato alla nobile famiglia Lauri di Spoleto, che lo esercitò fino al sec. XVIII. Nel 1530, si eseguirono radicali interventi di restauro ad opera del nobile spoletino Giacomo Lauri. Durante il periodo barocco l’interno fu ricoperto da stucchi, che vennero rimossi nel 1922 ripristinando così l’originale stile romanico dell’ abbazia. L’ultimo restauro è stato effettuato inoccasione del Giubileo del 2000 ed ha interessato il convento annesso.
La splendida facciata di conci in pietra locale di calcare bianco è a doppio spiovente; la parte superiore risulta delimitata da due paraste con capitelli corinzi che sorreggono un timpano demarcato da una fascia di archetti pensili, con al centro l’Agnus Dei.
Nella parte mediana è presente un bel rosone a due ordini di colonne, iscritto in un quadrato con agli angoli i simboli apocalittici, il quadrato è delimitato da una fascia a mosaico a stelle. Sotto il rosone è una fascia di sculture riproducenti la leggenda dei Santi Felice e Mauro1. Due eleganti bifore con colonna tortile, sono disposte in maniera simmetrica ai lati del rosone. Nella parte inferiore si apre il portale con arco a tutto sesto lunettato, che tuttavia ha perso la sua decorazione originaria ed e’ stato alquanto reintegrato.[bib]309[/bib]
[img_assist|nid=94|title=|desc=Interno della chiesa2|link=none|align=left|width=450|height=299]L’interno e’ ad una sola navata, con pavimento in pietra, nel quale si aprono alcune tombe, il presbiterio è rialzato di 7 gradini e delimitato da paliotti in pietra a decorazione cosmatesca, abside circolare e coperture a capriate lignee che si interrompono all’altezza dell’abside.
Le pareti, come detto, un tempo ricoperte di stucchi e con altari barocchi dedicati alla Madonna del Rosario, a S. Francesco, ai SS. Mauro e Felice e alla Madonna del Carmine, conservano ancora oggi alcuni affreschi del sec. XV, tra cui un’Adorazione dei Magi, S. Michele Arcangelo, S. Felice e un Cristo benedicente con angeli, nella calotta absidale, opera del Maestro di Eggi.
Sempre all’interno della chiesa si conservano anche due epigrafi romane, una delle quali e’ inserita nel pavimento, subito dopo la porta di ingresso.
Di fianco alla chiesa si erge la massiccia torre campanaria ricavata dal torrione di difesa della primitiva abbazia medievale.
Sotto il presbiterio è la cripta, alla quale si accede scendendo due scalette laterali; questa è a due navate sorrette da un’unica centrale colonna di recupero romana e copertura con volte a crociera. Essa termina con due absidiole, ognuna contenente un altare, tra le quali vi e’ un sarcofago in pietra rossastra dove, secondo la tradizione, sono custodite le spoglie dei santi Mauro e Felice3. La festa liturgica di San Felice si celebra il 16 giugno nella ricorrenza del giorno della sua morte (16 giugno 535) e di quella del padre Mauro (16 giugno 555).4
- 1. Secondo la tradizione i santi monaci, Mauro e suo figlio Felice, sconfissero il terribile drago che ammorbava l’aria della vallata con il suo fiato
- 2. da una foto originale di Silvio Sorcini < http://www.trekearth.com/gallery/Europe/Italy/Umbria/Perugia/S.Anatolia/photo491544.htm >
- 3. Come ricorda lo Jacobilli il sepolcro dei SS. Mauro e Felice era oggetto di devozione: "concorrendovi molti Popoli a venerarli nel giorno della loro festività; ricevendone da Dio, per i loro meriti, molte gratie, massime quelli, che hanno la febre"
- 4. Cfr. Lucidi A., "Una finestra sulla Valnerina: L'Abbazia di San Felice di Narco", La Barrozza, Natale 1998, anno VII, n. 3, disponibile online < http://www.proruscio.it/index.php?option=com_content&task=view&id=423&Itemid=22 >, visitato nel mese di settembre 2009
Regione Umbria, Abbazia di San Felice di Narco, sito della Regione Umbria, < http://www.itinerari.regioneumbria.eu/default.aspx?IDCont=200857 >, visitato nel mese di settembre 2009
Regione Umbria, Abbazia di San Felice - Lo. Castel San Felice - Sant'Anatolia di Narco (Pg), sito della Regione Umbria, < http://www.itinerari.regioneumbria.eu/Default.aspx?idCont=206284 >, visitato nel mese di settembre 2009
Rossi P., Eremiti a Monteluco e in Valnerina, < http://www.sanfrancesco.com/Ita/descrprodotto.asp?prod_id=357&paese_id=15&dest_id=53 >, visitato nel mese di settembre 2009