Lebbrosario di San Lazzaro in Vallonello

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Il lebbrosario di "San Lazzaro in Valloncello", edificato nel 1218, è ubicato in località San Lazzaro, frazione del comune di Preci.[img_assist|nid=594|title=Lebbrosario di San Lazzaro|desc=(Credit foto: Preciturismo www.preciturismo.it|link=none|align=left|width=300] La scelta di San Lazzaro in Valloncello per la costruzione del lebbrosario dipese probabilmente anche dalla presenza di una sorgente sulfurea, che poi - a seguito di smottamenti (la zona fu colpita da vari terremoti) - deviò il suo corso.
Il lebbrosario di San Lazzaro fu il frutto della donazione, avvenuta nell'anno 1218, di alcuni possedimenti di Rozzardo (o Razzardo) signore di Roccapazza (castello poco sopra San Lazzaro, completamente distrutto dal terremoto del 1328) a Bono, cappellano della chiesa di San Cataldo, monaco dell'Abbazia di Sant’Eutizio. Proprio accanto alla suddetta chiesa sorse il complesso ospedaliero.

La costruzione del lebbrosario avvenne dietro invito di San Francesco, che in quegli anni andava predicando per l'umbria l'assistenza ai poveri ed ai malati.1 Dall'inizio e per molti anni l'assistenza dei malati nel lebbrosario fu infatti affidata ai francescani e lo stesso San Francesco, si dice, venne a San Lazzaro nel 1222.2

Nella seconda metà del XIII secolo il Lazzaretto passò dalle dipendenze dell'Abbazia di Sant’Eutizio a quelle del convento di Monte San Martino, appartenente all’ordine dei francescani.

L'ospedale fu sicuramente attivo fino alla metà del Quattrocento e nel 1449, con breve di papa Nicolò V, passò alla direzione del Comune di Norcia, poiché era stato abbandonato dai francescani. Ancora, nel 1572, la proprietà del lebbrosario di San Lazzaro in Valloncello fu concessa al rinato Ordine di S. Maurizio e S. Lazzaro. 3

Intorno agli anni ’50 dell’Ottocento la proprietà passò alla famiglia Sorbello, che nel 1914 (atto sottoscritto da Ruggero Borbon Sorbello) la vendette alla famiglia Betti Massi di Preci, per essere trasformata di li a poco in complesso abitativo privato e rimessa agricola.
L'edificio del lebbrosario si componeva di tre piani sovrapposti consistenti in lunghe ed ampie camerate dove gli ammalati riposavano con le loro famiglie. Oggi la struttura è stata trasformata in più residenze abitative.4
  • 1. così si trova narrato in una bolla successiva di papa Eugenio IV del 1432.
  • 2. Fabbi, A. (1963). Preci e la Valle Castoriana. Terra ignorata. Spoleto: Arti grafiche Panetto e Petrelli. pp.59-63.
  • 3. Lo stemma dell'Ordine cavalleresco fu scolpito su una porta della Chiesa di San Cataldo.
  • 4. S.Lazzaro in Valloncello. Sito web del Comune di Preci http://www.comune.preci.pg.it, visitato il mese di ottobre 2012
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